Nothing ear (1), la recensione @TheGeekerz

Nothing ear (1)

99.00€
9

Design

10.0/10

Costruzione (solo auricolari)

10.0/10

Prezzo

9.0/10

Prestazioni

8.0/10

Autonomia

8.0/10

Pros

  • Design
  • Prestazioni
  • Ottimo ANC
  • Prezzo
  • Molto leggere

Cons

  • Autonomia
  • No assistenti vocali
  • Una disconnessione
  • Case un po' cheap

Praticamente non me li sono tolti dalle orecchie per due giorni ed oggi la recensione di Nothing ear (1) è pronta per voi, qui @TheGeekerz.

Nothing ear (1), la confezione

Molto bella la confezione di vendita dei Nothing ear (1). Peccato che, come vedete dalla foto, per aprire la prima scatola si debba strappare un nastro di carta che non si può più recuperare, lasciandola irrimediabilmente rotta. Poco male, bisogna farsene una ragione, anche se è un vero peccato, soprattutto per l’immagine in primo piano sulla stessa confezione. All’interno, sistemati in un secondo box colore argento, troviamo la custodia che contiene gli auricolari, la manualistica di garanzia ed istruzioni, un cavo USB “C” per la ricarica cablata e due paia di gommini di ricambio. Dotazione completissima, quindi.

Costruzione, Materiali, Design, Ergonomia

Partiamo subito dal componente in tono minore, cioè la custodia. Intendiamoci, anche in questo caso in Nothing si sono dati da fare per distinguersi dalle centinaia di case tutti uguali e tutti, inevitabilmente, copiati più o meno spudoratamente dagli AirPods di Apple. Qui salta subito all’occhio il contenuto, grazie al coperchio trasparente che riprende lo stile costruttivo degli auricolari. La plastica del coperchio, però, si fa notare per il suo aspetto un po’ troppo economico; ho paura che con l’utilizzo non tarderò a scoprire una serie di graffi sulla superficie. Anche la cerniera risulta non essere di fattura eccelsa, rendendo il movimento di apertura leggermente “ballerino”. Per facilitarne presa ed ergonomia, è stato ricavato una sorta di incavo sullo stesso coperchio, che accoglie in maniera molto naturale le dita. Su uno dei lati lunghi sono sistemati la presa USB “C” ed il tasto che serve per il primo accoppiamento qualora non aveste scaricato l’applicazione proprietaria (ne parleremo dopo), mentre all’interno troviamo i contatti magnetici ed un led che segnala la fase di ricarica. Ben visibili, sul fondo della custodia gli altri due pin che permettono la ricarica wireless, altra feature non da poco per i Nothing ear (1). Ultima annotazione, il case di Nothing ear (1) non è proprio piccolo e potrebbe creare qualche problema sistemarlo nella tasca più piccola dei jeans. Ma, come detto in fase di presentazione, se si doveva risparmiare qualcosa, meglio averlo fatto sul case che su altri aspetti. Passando agli auricolari, invece, la prima parola che mi viene in mente è “WOW“. L’hype generato dal rilascio programmato di foto e notizie nelle settimane precedenti alla presentazione ufficiale, è stato ampiamente meritato. I Nothing ear (1) sono, parere personale ovviamente, una vera e propria opera d’arte che, ne sono sicuro, farà in fretta un sacco di proseliti.

Gli steli sono trasparenti, dando la possibilità di godere dei componenti interni, compresi i due pin magnetici che servono a collegarli a quelli presenti sul case per la ricarica delle batterie. Si nota la collaborazione con Teenage Engineering nelle scelte stilistiche, vedi i pallini rosso e bianco per l’individuazione del canale ad esempio, che hanno portato a creare un prodotto che è già un’icona. Sono leggerissimi, solo 4,7 grammi e, per la prima volta da quando provo questi dispositivi, non ho avuto necessità di cambiare i gommini pre montati, essendo perfetto quello di serie. Sono molto comodi, non danno alcun fastidio anche dopo ore di utilizzo continuo e calzano in maniera molto naturale all’interno del canale auricolare delle mie orecchie. Ricordo che il corretto posizionamento nelle orecchie è il requisito fondamentale per il funzionamento dell’ANC. Certo, tutto quel bianco per i materiali a contatto con la pelle, a lungo andare, tenderà ad ingiallirsi ma è il prezzo da pagare per avere un prodotto che si distingua dalla massa.

Hardware & scheda tecnica

I Nothing ear (1) possono contare sul Bluetooth 5.2 che permette loro di essere collegati contemporaneamente a due dispositivi, Xiaomi Mi 11 e Realme Gt nel mio caso. I driver sono da 11,6 mm, il sistema di soppressione attivo del rumore ANC è settabile in due posizioni e la batteria del case da 570 mAh promette (ma non mantiene) fino a 34 ore di ascolto con ANC disinserito. La batteria degli auricolari, invece, permette fino a cinque ore di ascolto continuativo. I Nothing ear (1) sono certificati IPX4 contro spruzzi d’acqua e sudore. È supportato il Fast Pairing con i dispositivi Android.

Software

Per SW, ovviamente, si intende quello relativo all’applicazione ear (1) disponibile, almeno al momento, solo sul PlayStore. Dopo la connessione, al primo avvio, ha subito notificato un aggiornamento per i Nothing ear (1), del quale vi ho già parlato nell’articolo di presentazione citato in testa a questa recensione. Lo stile grafico riprende quello a “dots” che è stato utilizzato fin dalla prima notizia riguardante l’uscita degli auricolari.

La prima schermata permette di entrare nel centro di controllo, dove si possono personalizzare le modalità di ascolto (hear) e le gestures (touch). Nel primo caso potremo scegliere se attivare o meno l’ANC e con quale livello di intervento fra “light” e “maximum”, passare alla modalità “transparency” e quale equalizzazione selezionare fra quelle proposte.

Nel secondo caso potremo personalizzare i comandi touch, indipendentemente per i due auricolari.

I Nothing ear (1) permettono anche la regolazione del volume con uno swipe up/down lungo lo stelo dell’auricolare, cosa non comune in prodotti di questa fascia di prezzo. Non è presente sulla lista dei comandi ma, in ogni caso, all’arrivo di una chiamata mentre si è all’ascolto della propria playlist, la riproduzione si interrompe e si può rispondere alla telefonata con un doppio tap su uno qualsiasi dei due auricolari.

Prestazioni

Ed eccoci all’aspetto più importante di questa recensione. Come funzionano i Nothing ear (1)? Molto bene direi, anche se non al livello dei prodotti più importanti del mercato come Sony, Apple, Bose e via discutendo. Per le prove di ascolto, come potete vedere dal video qui sopra, mi sono dedicato all’ascolto di brani FLAC, lossless, in HQ e con il massimo bitrate possibile. In questo, devo dire, YouTube Music mi ha dato una grossa mano. Partiamo dal volume di ascolto; evidentemente in Nothing, gli uomini di Carl Pei hanno pensato alla salvaguardia delle nostre orecchie o, forse, più realisticamente, hanno voluto evitare possibili denunce per danni all’udito degli utenti. Il volume massimo si mantiene un pelo più basso di quello, ad esempio, degli ultimi TWS che ho reensito, i realme Buds Air Pro, comparabili per prezzo. Non è necessariamente un male ed i nostri timpani, a lungo andare, ci saranno grati.

I Nothing ear (1) supportano esclusivamente i codec SBC e AAC e la resa acustica, compatibilmente con la tipologia di dispositivo, è molto buona. Ho utilizzato per la maggior parte della prova il profilo “Balanced” dell’equalizzatore, perché mi è sembrato il più equilibrato e perché l’intervento delle altre curve pre impostate non è così influente. Il palcoscenico sonoro non è particolarmente ampio, caratteristica comune agli auricolari in-ear, ma si sviluppa discretamente in altezza, permettendo di posizionare virtualmente gli strumenti come se ci trovassimo di fronte ad un’orchestra. La massima resa si ottiene con i generi pop/elettronico, chiaro indizio del target di riferimento dei Nothing ear (1). In ogni caso anche gli altri generi, con particolare riferimento alla classica e alla folk/country, si difendono molto bene. Risultati un livello inferiore, invece, per brani dove è la voce a farla da padrone e la musica live. Nel primo caso, soprattutto con voci femminili (Giorgia, Madonna, Kate Bush, solo per citarne alcune), questa tende a “perdersi” un po’ sullo sfondo musicale, ponendosi quasi in secondo piano. Nella prova con musica dal vivo, di genere totalmente differente, Depeche Mode a Berlino con Spirit Live Tour e Alan Parson Project con Live in Colombia, si crea una sorta di “confusione sonora” (mi scuso per il terribile neologismo) che rende l’ascolto un po’ stancante. Nulla di che, per carità, ma mi aspettavo qualcosa di più. Ottima, ma non avevo dubbi, la resa con brani dal campionamento normale. L’ANC funziona bene, in entrambi i livelli al quale si può settare. Con il light la maggior parte dei rumori in casa (tranne il ticchettio dell’orologio da parete, stranamente) è soppressa. Con il livello maximum, per strada a piedi, il rumore del traffico è cancellato al 90%. Nella modalità trasparency, pur non raggiungendo livelli di chiarezza elevati, è possibile sentire cosa dice un interlocutore a 1/1,5 mt di distanza senza grossi problemi.

I tre microfoni e la tecnologia Clear Voice contribuiscono ad ottenere chiamate molto chiare, dove l’interlocutore ci sente molto chiaramente anche se si trova, ad esempio, in spiaggia affollata. Come per la musica, anche in questo caso, il volume in ricezione, nonostante sia regolato al massimo, resta sempre un pelino basso, tanto che, camminando per strada, ho avuto qualche piccola difficoltà a sentire il mio amico. Nulla di terribile, comunque. Ottimo il comportamento dei comandi touch, compreso quello della regolazione del volume anche se, in assenza di un qualsivoglia segnale che avvisi del raggiungimento del livello massimo, costringe a prendere in mano il telefono per avere la conferma. Devo segnalare, per onestà nei vostri confronti, un caso di disconnessione degli auricolari dal mio Xiaomi Mi 11 che ho risolto mettendoli nella custodia, aspettare un paio di minuti ed indossarli di nuovo. Peccato, ed è questo, forse, il più grande difetto dei Nothing ear (1), che non sia supportata l’attivazione di nessun assistente vocale, neanche quello di Google (problema licenze, forse?).

Autonomia

Per quanto riguarda la durata delle batterie dei Nothing ear (1), siamo un po’ lontani da quanto promesso. Dopo circa due ore di ascolto continuativo e due telefonate di una decina di minuti l’una, ho notato un consumo differente fra auricolare dx e sx. Il primo era al 70% di autonomia, il secondo al 40% e credo che il risultato asimmetrico dipenda dalla frequenza con il quale utilizziamo i comandi touch sui due auricolari. Io per abitudine utilizzo molto di più quello sx ed ecco forse, anche se non ho prove strumentali per verificarlo, spiegato il motivo. Posso ipotizzare una ventina di ore di ascolto continuo con ANC inserito ed una trentina con ANC disinserito. La custodia con carica al 100% consente di ricaricare completamente i Nothing ear (1) quasi tre volte e ci vanno poco meno di 60 minuti per la ricarica completa via cavo e più di 90 con quella wireless, anche utilizzando un caricatore rapido come il Samsung o il Seneo. Dieci minuti di stazionamento dentro il case permettono di ascoltare musica per quasi tre ore con ANC off.

Considerazioni finali

I Nothing ear (1) escono da questa (lunghissima) recensioni promossi con un bel 9 in pagella. Certo, ci sono prodotti che suonano decisamente meglio, ma non costano certo i 99€ necessari per entrare in possesso degli ear (1). Fra i punti di forza sicuramente il design e la loro leggerezza, che permette di indossarli per molte ore senza alcun problema. Fra i punti a sfavore giusto citare le plastiche della custodia, l’autonomia decisamente inferiore a quanto promesso e l’assenza del supporto agli assistenti vocali; chissà se arriverà con un successivo aggiornamento. I Nothing ear (1) saranno ufficialmente disponibili dal 17 Agosto ma, se non avete voglia di aspettare, potrete sfruttare le possibilità descritte in questo ARTICOLO.

 

 

 

Scritto da

Coordinatore Infermieristico per professione... Blogger per passione. Devo aggiungere altro?

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