Nothing Ear (stick), la prova del suono @TheGeekerz

Dopo qualche giorno, durante i quali i Nothing Ear (stick) si sono “sciolti i muscoli”, ecco il resoconto della prova del suono.

Nothing Ear (stick), a loro piace l’elettronica

Prima di addentrarmi nell’analisi del suono offerto dai Nothing Ear (stick), parliamo un momento dell’indossabilità. La mancanza del classico gommino mi aveva suscitato qualche perplessità sul fatto che gli auricolari rimanessero nelle orecchie senza problemi di “tenuta”. Invece ho potuto constatare che, una volta posizionati all’interno del canale auricolare, magari con qualche “maneggio” in più per trovare la giusta posizione, i Nothing Ear (stick) restano ben saldi al loro posto. Ho provato con una camminata veloce e con una corsetta leggera e non ho avuto nessun tipo di problema. Certo, bisognerebbe provare con un’attività fisica di più lunga durata, per verificare se con il sudore la situazione cambia ma, tutto sommato, posso ritenermi soddisfatto.

Una volta indossati, grazie al peso di soli 4,4 grammi, non si (scusate il gioco di parole) sentono praticamente più e questo, a lungo andare, è un gran bel vantaggio. Il “maneggio” di cui sopra non serve solo ad individuare la posizione migliore per indossare gli auricolari che, come vedremo, gioca un ruolo importante anche nella resa sonora, ma per rendere accessibile la zona dei comandi fisici posizionati lungo il gambo. Bisogna farci un po’ la mano, soprattutto all’inizio, perchè la zona che risponde alla pressione delle dita non è posta sulla parte esterna del gambo (la prima foto a sx), ma su quella superiore ed inferiore. Bisogna, pertanto, pizzicare (come si vede nella seconda foto) il gambo con pollice ed indice per l’azione desiderata. Se la musica che starete ascoltando non è particolarmente alta o ricca di pressione sonora, riuscirete a percepire il “click” del comando, altrimenti la conferma che l’auricolare ha recepito il comando l’avrete solo ad azione compiuta (play/pausa, brano precedente, brano successivo, ecc). Sicuramente saranno avvantaggiati gli utenti con le mani e le dita piccole perchè non è proprio un’operazione facile individuare al primo colpo la zona corretta.

Esaurite le premesse, passiamo alla sezione più importante: come suonano i Nothing Ear (stick)? Suonano forte, anche troppo direi, vista la presenza di qualche distorsione alle frequenze più alte quando il volume è al massimo (a proposito, vi ricordo che si può regolare anche dagli auricolari stessi). La mancanza del gommino rende, come accennavo qualche riga fa, importante il giusto posizionamento all’interno delle orecchie. Di fatto i Nothing Ear (stick) non chiudono completamente il canale e, di conseguenza, la tenuta all’aria non è ermetica. Questo rende l’emissione dei bassi leggermente difficoltosa, visto che questi si percepiscono al meglio, non avendo una zona di emissione localizzabile, quando la tenuta all’aria è totale. Fra i tanti auricolari provati nell’ultimo periodo, solo con questi ho dovuto scegliere la curva di equalizzazione più ricca di bassi per far rendere al meglio i brani che stavo ascoltando per la prova. Ne deduco che il SW di gestione dei bassi, Bass lock Technology, che misura la forma del canale uditivo dell’utente e la posizione dell’auricolare per determinare quanti bassi si perdono durante l’utilizzo, con la curva dell’equalizzatore che si sintonizza automaticamente al livello ottimale ha, probabilmente, bisogno di qualche affinamento ulteriore.

I Nothing Ear (stick) offrono il meglio di se con la musica elettronica, come ho potuto verificare con alcuni pezzi dei Depeche Mode, anche live. Pur con l’equalizzazione scelta, le bande sonore più presenti sono quella alta/altissima (dai 3000 Hz in su, per intenderci) e quella media, compresa fra i 600 ed i 1200 Hz. Prova ne sia che le voci, soprattutto quelle maschili, sono praticamente perfette, ancora di più quando si stanno ascoltando brani “lossless” in HQ. Proprio con questi pezzi, la selezione che ho scelto ne comprende tantissimi, si percepisce chiaramente la propensione alla musica ricca di campionamenti e pochi strumenti acustici.

Ci sono delle, per fortuna, valide eccezioni; il brano “Do I love you” di Bruce Spingsteen, fila via caldo come il sole del vecchio blues, con la voce del Boss che delizia i nostri timpani, così vicini al punto di emissione degli auricolari, davvero un’ottima performance.

Tornando ai Depeche Mode, invece, soprattutto con i brani in studio dei loro primi anni di carriera (1982/1984), torna quella spiacevole propensione a distorcere le note più alte quando il volume è al massimo, in qualche momento anche creando un po’ di fastidio. Ma niente paura, basta abbassarlo leggermente e tutto torna perfetto. Gli Ear (stick) non hanno un sistema di soppressione del rumore elettronico ANC ma, in ogni caso, anche in ambienti particolarmente rumorosi, come il vagone della metropolitana ad esempio, l’isolamento permette di ascoltare la propria musica senza problemi.

Grazie alla tecnologia Clear Voice, tre microfoni ad alta definizione lavorano insieme ad un algoritmo aggiornato per filtrare i rumori di sottofondo, amplificando la voce per chiamate a prova di vento e rumore. In tutte le mie telefonate fatte utilizzando i Nothing Ear (stick), mai una volta ho avuto problemi a sentire il mio interlocutore e viceversa. Piuttosto, per i problemi che ho descritto a proposito dell’individuazione della zona dei comandi, a volte si fa prima a rispondere aprendo la chiamata dal telefono.

Alla fine di questa “prova del suono”, mi sento di poter affermare che il risultato raggiunto dai Nothing Ear (stick) è di buon livello. Certo, a livello di accuratezza e precisione non sono paragonabili ai “fratelli maggiori” Nothing ear (1), dai quali si distinguono anche per l’assenza dell’ANC. Diciamo che per 119€, e vi rimando all’articolo di presentazione per scoprire le possibilità di sconto, vi metterete in tasca, pardon all’orecchio, un paio di auricolari che vi daranno il massimo con musica elettronica, techno e hip-hop. Dal punto di vista dello stile, invece, sono semplicemente inarrivabili e, ve lo posso garantire, ogni volta che tirerete fuori dalla tasca o dalla borsa quella custodia a forma di lipstick, non potrete non accorgervi degli sguardi delle persone vicine a voi. Nessunissimo problema con le chiamate, praticamente perfette.

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Coordinatore Infermieristico per professione... Blogger per passione. Devo aggiungere altro?

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