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Acer sostiene la ricerca “Digitale sì, digitale no”

Se pensiamo al digitale e alla sua innovativa applicazione nei diversi settori sociali, non possiamo non evidenziare quanto la sua rapida evoluzione stia
modificando completamente la nostra vita e anche in questo ambito Acer si pone in un ruolo attivo.

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Acer ed i nuovi scenari educativi

Anche Il mondo della scuola sta cambiando: le tecnologie digitali fanno ormai parte a pieno titolo degli strumenti per la didattica, sempre più al servizio di insegnanti e studenti.
Gli scenari educativi si stanno modificando e, con essi anche i ruoli. Oggi i ragazzi sono produttori di contenuti, non sono più passivi consumatori. Acer, sempre pronta a cogliere ogni sfida per l’innovazione, risponde a questo nuovo atteggiamento proattivo proponendo soluzioni flessibili end-to-end in grado di soddisfare sia le esigenze delle moderne istituzioni educative che di supportare i docenti nel formare gli studenti ad affrontare le sfide professionali di domani. Partendo da queste basi, Acer continua ad investire nel futuro dell’istruzione anche sostenendo la ricerca “Digitale Sì, Digitale No. Una ricerca per liberarci su pregiudizi e dipendenze” condotta dagli Enti Impara Digitale, CNIS e Università Bocconi con lo scopo di valutare su come si siano modificati i processi cognitivi degli studenti in relazione all’avvento del digitale nella loro vita.
L’obiettivo dello studio è stato quello di creare linee guida per definire, da un punto di vista neuroscientifico ed educativo, tutte le criticità e le potenzialità del digitale nello sviluppo dei ragazzi. Tutto ciò al fine di riflettere sui processi di insegnamento/apprendimento in relazione anche alle metodologie più diffuse per comprendere quali siano le più adatte per un modello educativo volto al benessere dell’individuo e per rimotivare gli alunni rispetto all’istituzione scolastica.
“Da oltre 40 anni, Acer è una delle aziende leader a livello globale nel mondo IT” afferma Marco Cappella, Country Manager di Acer Italia. “La società incarna una cultura fortemente orientata al progresso sociale ed al bilanciamento tra gli interessi degli individui, delle comunità e dell’ambiente. Per questa ragione abbiamo sostenuto la ricerca “Digitale Si, digitale No”, in quanto crediamo nei progetti di Social Corporate Responsibility e questo studio darà sicuramente un grande contributo ad indirizzare meglio e in modo efficace gli educatori ma anche il nostro lavoro di sviluppo. Siamo
quindi orgogliosi di sostenere chi, con grande impegno e spirito di innovazione, esplora nei vari campi di potenziale applicazione, le potenzialità dei nuovi strumenti informatici resi disponibili dalle moderne tecnologie”.
Daniela Lucangeli, Presidente CNIS (Associazione per il Coordinamento Nazionale degli Insegnanti Specializzati e la ricerca sulle situazioni di Handicap) sostiene “Occorre ricordare che il digitale implica l’uso della rete e la rete apre scenari di ricerca ampi e diversi tra loro che convergono però tutti su un punto fermo: è essenziale conoscere le problematiche e i rischi nell’uso eccessivo degli strumenti e della rete sul neurosviluppo. E’ necessario acquisire consapevolezza e distinguere in maniera chiara le tecnologie dalla rete. La scuola ha una grandissima responsabilità: non solo può, ma deve guidare i nostri ragazzi a un uso consapevole di strumenti così potenti sia nei vantaggi che nei rischi che comportano. L’ indagine che abbiamo svolto riguarda alcuni aspetti della didattica multimediale utilizzata a scuola. Hanno partecipato alla ricerca 1389 docenti e 1300 bambini dalla prima alla quinta elementare. Dopo la somministrazione di un questionario ai docenti, con lo scopo di conoscere l’uso e la percezione che hanno delle TIC e del digitale nella didattica, abbiamo avviato una sperimentazione con strumenti multimediali nelle aree della scrittura e degli algoritmi
di calcolo per misurare le differenze che si evincono da una didattica solo “analogica” e in quella con strumenti multimediali. Una terza area di indagine è quella dei videogiochi, e in particolare dell’impatto che la realtà aumentata ha sull’apprendimento e sulla motivazione. I primi risultati di questa ricerca ci dicono che l’uso di tecnologie di informazione e comunicazione a scuola consente la velocizzazione e la fluidità dei processi e facilita l’esercitazione. Ma tutto ciò è veramente vantaggioso se realizzato in un’ottica personalizzata e consapevole.”

Dianora Bardi, Presidente dell’Associazione Impara Digitale, afferma “È il momento di fermarci e riflettere su quale sia la strada giusta da percorrere, per noi, per i nostri studenti, per la società e per il futuro della scuola italiana. Abbiamo perso l’orientamento perché non siamo riusciti a governare correttamente il processo di digitalizzazione delle scuole. Abbiamo bisogno di fonti autorevoli che ci indichino il percorso da seguire. Abbiamo bisogno di allontanarci da atteggiamenti totalizzanti che abbracciano o respingono in pieno l’uso del digitale. Dobbiamo imparare a evidenziare
criticità e positività del digitale per creare un modello didattico che abbia come focus il benessere dei nostri giovani. Il mondo è cambiato, prendiamone atto dobbiamo, ora, andare avanti con grande senso di responsabilità.”
La ricerca, rivolta a istituzioni, docenti e genitori è stata presentata oggi all’ Auditorium del Collegio Vescovile Sant’Alessandro a Bergamo.

Scritto da

Coordinatore Infermieristico per professione... Blogger per passione. Devo aggiungere altro?

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